DI CRISTINA PEROZZI
Alle ore 9:00 circa del 16 marzo 1978 in via Mario Fani, quartiere Trionfale, l’auto con a bordo Aldo Moro e quella della scorta furono bloccate all’incrocio con via Stresa da un gruppo di terroristi delle BrigateRosse che aprirono immediatamente il fuoco, uccisero in pochi secondi i cinque uomini della scorta e sequestrarono Moro.
I terroristi ripartirono subito su diverse auto e fecero perdere le loro tracce.
In via Fani rimasero la Fiat 130, targata «Roma L59812» su cui viaggiava Moro, con i cadaveri dell’autista, appuntato dei carabinieri Domenico Ricci (42 anni) e del responsabile della sicurezza, maresciallo dei carabinieri Oreste Leonardi (52 anni), e l’Alfa Romeo Alfetta targata «Roma S93393» degli agenti di scorta con a bordo il cadavere della guardia di P.S. Giulio Rivera (24 anni) e il vicebrigadiere di Pubblica sicurezza Francesco Zizzi (30 anni) gravemente ferito ma ancora in vita.
Riverso supino sul piano stradale, vicino all’auto, rimase anche il corpo della guardia di P.S. Raffaele Iozzino, 24 anni. Davanti alla Fiat 130 rimase un’auto Fiat 128 familiare con targa del corpo diplomatico «CD 19707», ferma all’incrocio e abbandonata dai suoi occupanti.
Ad oggi tante le ricostruzioni ipotizzate in merito alle collusioni politiche con gli attentatori, agli emissari, ai
mandanti ed al reale movente.