DI EMANUELA LOCCI
In questo nuovo appuntamento della rubrica Turchia e dintorni vi proponiamo l’analisi di una notizia che ha colto molti di sorpresa: il riavvicinamento diplomatico tra la Turchia e l’Egitto.
I due paesi avevano interrotto i loro rapporti amichevoli nel 2013, cioè da quando il presidente egiziano Mohammed Morsi, esponente dei Fratelli Musulmani, fu destituito dall’attuale capo dello stato Abdel Fattah al-Sisi. Il ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu, ha annunciato che dopo otto anni i due paesi hanno avviato i primi contatti diplomatici; chiarendo un punto molto importante ossia che: “Abbiamo avuto contatti sia a livello di intelligente che di ministero degli Esteri. I contatti a livello diplomatico sono cominciati”.
Visti e considerati i rapporti finora intercorsi tra i due paesi, soprattutto in riferimento allo sfruttamento del petrolio della Libia e alle questioni ad esso collegati, la dichiarazione ha dello stupefacente. Infatti fino all’estate scorsa i due presidenti si sfidavano continuamente e la tensione tra gli attori in campo era in continua ascesa.
Il reale riavvicinamento tra Turchia ed Egitto porterebbe ad un cambiamento significativo negli equilibri nel Mediterraneo, equilibri che potrebbero interessare anche l’Italia, in riferimento allo sfruttamento delle risorse energetiche. È chiaro che la Turchia sta cercando in ogni modo possibile di allargare il consenso nei propri confronti e di creare un fronte di alleanze, in vista del raggiungimento del suo obiettivo principale che è quello, non celato, di diventare il centro di potere nel Mediterraneo.
L’Egitto per ora rimane abbastanza distaccato rispetto all’approccio di Ankara, che ha cercato di arrivare ad un accordo di demarcazione per ciò che riguarda le acque, e quindi delle aree di sfruttamento petrolifero nel Mediterraneo orientale. Ankara sta cercando di allearsi con l’Egitto contro il blocco guidato dalla Grecia e da Cipro. Secondo i progetti del governo turco l’Egitto potrebbe fare dietrofront rispetto agli accordi stipulati con la Grecia sulla questione energetica, ma il paese del Nord Africa non pare rispondere in maniera positiva.
La politica estera turca si è approcciata in maniera positiva anche nei confronti degli Stati Uniti, considerati sempre un forte alleato, secondo i turchi le divergenze tra i due paesi non precludono il raggiungimento degli obiettivi comuni.
Solo il futuro potrà dirci se queste manovre di politica estera daranno i loro frutti, si attende la risposta del Cairo rispetto alle proposte del governo di Ankara.
Emanuela Locci