DI IGNAZIO CORRAO
È successo in Italia prima di qualsiasi altro posto nel Mondo.
Hanno chiesto aiuto ai clienti, chiedendo di non ordinare per 24 ore dal colosso delle vendite online. Loro sono i lavoratori della filiera italiana di Amazon, sono ormai decine di migliaia e chiedono che siano rispettati i loro diritti.
Si, perché in un anno di crisi sociale ed economica che ha coinvolto milioni di aziende e di lavoratori, c’è chi la crisi non l’ha proprio sentita. Anzi, conti alla mano, per colossi come Amazon la pandemia è stata una occasione per arricchirsi ed espandersi.
Ad una superficiale lettura di numeri e dati si potrebbe pensare che il colosso americano abbia creato posti di lavoro facendo rifiatare l’economia di qualche Stato membro in Europa. Ma non é tutto oro quel che luccica, sia in termini di retribuzione che di carichi e ritmi di lavoro, ritenuti dagli scioperanti come massacranti.
Lo sciopero di oggi deve far riflettere chi non lo ha ancora fatto, su come si è “evoluto” il concetto di consumo, cosa significa un mondo globalizzato in questo modo e dove porta questo neoliberismo dilagante, rispetto al quale l’intero panorama istituzionale e democratico appare subalterno.