DI EMILIANO RUBBI
Poco più di un mese fa, Salvini sponsorizzava il “modello Lombardia” per le vaccinazioni. Lo descriveva come “il più avanzato dal punto di vista della messa in sicurezza della popolazione, delle vaccinazioni”. E il bello è che non era ancora neanche partito.
Ma per i leghisti era già un “modello” da imitare. Perché se c’è una cosa che per loro dev’essere stata davvero difficile da ingoiare, in quest’ultimo anno, è il fallimento totale della Lombardia nella gestione della pandemia.
– La regione con la mortalità più alta del mondo in relazione alla popolazione.
– La regione perennemente in cima alla classifica dei nuovi casi di contagi.
– La regione che, in piena crisi pandemica, aveva sottoscritto un contratto di fornitura per oltre 400.000 euro in camici e materiale sanitario alla Dama SPA, una società di proprietà del cognato e della moglie del Presidente Fontana.
– Fontana che poi, quando lo scandalo era venuto a galla, aveva dichiarato che si trattava di un errore (sai, a volte capita di dare 400.000€ alle società di tuo cognato e di tua moglie per sbaglio) e che la fornitura doveva essere gratuita. Per questo, poi, sottobanco, aveva provveduto a fare un bonifico di 250.000 euro al cognato, per “risarcirlo della perdita”, attingendo a un suo tesoretto di fondi esteri rientrati in Italia con lo scudo fiscale.
– La regione che ha incaricato Aria, società fortemente voluta dalla Lega, di occuparsi delle convocazioni per le vaccinazioni.
Poi è successo che migliaia di anziani non si sono presentati per fare il vaccino perché non avevano ricevuto alcuna comunicazione, altri sono stati spediti a vaccinarsi a centinaia di km di distanza, 300 di loro sono stati convocati per errore a Milano, dove non c’era nessun vaccino ad attenderli.
In pratica, il “modello lombardo” è stato ed è il più fallimentare in assoluto nella gestione della pandemia.
Di sicuro in Italia, e probabilmente se la batte per entrare tra i peggiori al mondo.
Il “Modello Lega”, insomma.