di VIRGINIA MURRU
Persiste una situazione di stallo sul dossier ITA Alitalia, nonostante ci sia l’esigenza di giungere ad un accordo tra la Commissione europea e il Governo, alla soglia della stagione estiva, si attende solo lo scioglimento degli ultimi nodi per il decollo della newco ITA.
E tuttavia non si riscontrano progressi nella ‘trattativa’, restano passi difficili da superare, nonostante il pressing sull’urgenza di concludere con un accordo-compromesso, così da permettere a ITA di volare senza ostacoli. Sul tavolo i medesimi punti irrisolti: asset, marchio, slot e personale, che sono tuttavia decisivi per ottenere il lasciapassare della Commissione.
Non resta che attendere ulteriori sviluppi, al momento non emergono schiarite nei negoziati, e non è nemmeno previsto che la soluzione sia imminente: non s’intravedono in prospettiva incontri tra i ministri interessati e la Vice presidente Vestager.
Preoccupano, nei confronti emersi tra i rappresentanti dell’esecutivo italiano e la Commissione, le perplessità di quest’ultima circa l’assetto attuale della Compagnia, la quale, ‘così com’è strutturata non potrebbe andare avanti, poiché la newco deve camminare con le sue gambe’.
A Bruxelles puntano l’attenzione sul fattore ‘discontinuità’, cosa che, attualmente, non sembra chiara. Fondamentale è il cambio del modello di business, che crei una linea di demarcazione netta con il passato. Un passato di decenni che ha collezionato una lunga serie di fallimenti nella gestione della Compagnia, errori che ora si vogliono evitare, con la messa in campo di target finanziari e gestionali in grado di fornire precise garanzie.
La dichiarazioni della Commissione sembrano aperte agli accordi, non c’è un clima d’imposizione, ma si richiedono comunque criteri dai quali emerga chiara la discontinuità con le precedenti amministrazioni.
Al Governo c’è un po’ d’insofferenza circa le richieste di Bruxelles, secondo i ministri coinvolti nel negoziato, si sarebbero offerte adeguate rassicurazioni, si sarebbe risposto con coerenza a tutti gli interrogativi, e nonostante questo, l’intesa sembra ancora dietro una porta chiusa.
Intanto la situazione finanziaria della Compagnia è preoccupante, e si è pure ipotizzato, nei giorni scorsi, una possibile sanzione per il triennio 2017-19. Gli attori principali di questa vertenza, ossia il personale Alitalia, sono esasperati e delusi, ma soprattutto si teme che la flotta non sia pronta per il decollo, nonostante l’imminenza della stagione estiva.
Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, non intende accettare passivamente ogni contromisura proveniente da Bruxelles, ritiene anzi che sia stato fatto tutto il possibile per il raggiungimento di un compromesso. Non si può accettare tutto, secondo il ministro, in termini di ‘prospettive industriali di sostenibilità’.
Ha dichiarato al riguardo davanti alla Camera: “Le norme che consentono allo Stato di sostenere la Compagnia, devono essere suscettibili d’interpretazione flessibile”.
Ma è proprio questo il chiodo fisso della Commissione, sul quale non si è ancora ceduto. Secondo Giorgetti non si può prescindere dall’attenzione verso i lavoratori, che hanno diritto di essere adeguatamente retribuiti. ‘In ogni caso – sottolinea il ministro – i Fondi riguardanti i cosiddetti prestiti ponte, ormai stanno per esaurirsi.’
Argomenti che, fino ad ora, non sono stati sufficienti a convincere la Commissione europea sulle fondate ragioni dell’esecutivo italiano, circa i ristori che si sono resi necessari a sostenere la Compagnia in un momento critico di transizione.
Al momento, la sola vertenza positiva, è stata quella che si è svolta tra il ministro Giorgetti e i rappresentanti delle Confederazioni sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl.