25 APRILE: GALLI, IMMUNI DAL FASCISMO MA SINISTRA AGGIORNI CULTURA MARXISTA

DI CARLO PATRIGNANI

Un anno dopo. Il 25 aprile, festa della Liberazione dal nazifascismo. Il nostro Paese ha forti e solidi anticorpi che lo hanno reso e lo rendono immune dal fascismo, che non è stato una breve parentesi della storia d’Italia. Quel fascismo, il terribile Ventennio, aveva in sè, incorporata, la guerra che fu un disastro. Oggi nel 2020, quel fascismo figlio del capitalismo dell’epoca non c’è più. Ma c’è un altro capitalismo cui opporsi ed è il potere sconfinato delle 500 grandi multinazionali che governano il mondo e di esse le cinque sorelle che hanno nelle mani l’informazione: la sinistra dovrebbe avviare una serie riflessione sul capitalismo finanziario globalizzato e ricercare, inventare, la risposta che non può che essere culturale all’altezza di questa sfida globale.
Così il politologo e storico, docente di lungo corso alla Statale di Milano, Giorgio Galli inquadrava il 75esimo (oggi 76esimo) anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo e forniva alcune idee di risposta sia sul capitalismo globalizzato delle 500 multinazionali l’elezione a suffragio universale dei componenti gli organismi dirigenti e sia sulla rinascita della sinistra.
Bisognerebbe ritornare a Marx aggiornandone, completandone il pensiero. E per farlo bisogna rifarsi alla ‘teoria della nascita’ dello psichiatra Massimo Fagioli, alla sua idea straordinaria della distinzione tra ‘bisogni ed esigenze’, all’insopprimibile rapporto interumano ed in particolare al rapporto uomo-donna, all’assoluta uguaglianza per la nascita di tutti gli esseri umani ed alla contestuale diversità tra tutti gli esseri umani.
Perchè oggi il fascismo è altro dal manganello e dall’olio di ricino: si è evoluto, è geneticamente mutato, come del resto il virus Sars-Cov-2, in forme di populismo non propriamente totalitario ma dai connotati razzisti e xenofobi.
Galli, profondamente interessato a tutte le novità culturali e del pensiero, guarda anche al ruolo centrale della donna, della sua identità, nella società troppo spesso negata se non annullata da una atavica cultura patriarcale.
Rifarsi così al corpus teorico di Fagioli sulla realtà umana, è indispensabile per arricchire Marx e le sue intuizioni. Purtroppo la sinistra nel suo complesso compresa quella marxista è in forte ritardo.
Eppure, avvertiva Galli, non tutto è fermo: ci sono in giro piccoli ma significativi cenacoli di intellettuali ribelli che mandano segnali di una ricerca nuova in convegni e dibattiti che dicono di una certa vitalità, di una certa Resistenza, che parlano di una speranza per il futuro.
Voci fuori dal coro, come quelle dei clerici vagantes, questi piccoli cenacoli raccontano altre storie, non omologate, come quella da lui scritta nell’ultimo saggio L’Anticapitalismo imperfetto.
Il vivace politologo e ferratissimo storico a completamento del suo intervento elegantemente rimandava alla sua prefazione per il volume curato della psichiatra Irene Calesini, La negazione della donna, che raccoglie parte degli interventi multidisciplinari del dibattito scaturito al convegno promosso dall’Associazione culturale Amore e Psiche (Roma, maggio2016) Diversità nell’uguaglianza: un’utopia possibile
E’ augurabile che, mentre ne maturano le precondizioni, – la conclusione della prefazione di Gallidopo quella di Amore e Psiche possano svilupparsi altre ricerche specifiche sulla situazione femminile, in grado di coniugare la psicologia più innovativa con una storiografia che lo sia altrettanto.