“TI PREGO PORTAMI VIA DA QUI. PORTAMI VIA E CHIAMA I CARABINIERI”

 

DI FILIPPO ROSSI

Inchiodato al letto, bloccato da una fascia che lo tiene fermo e si apre solo con una chiave apposita. Non è libero di muoversi, non si può alzare neanche per i bisogni. È prigioniero di una RSA di Torino che vieta l’accesso ai parenti dei pazienti.

Però il medico curante e nuora, Caterina Rusz, è riuscita comunque a entrare, ed rimasta sconvolta dalle condizioni in cui ha trovato il suocero, nonno Angelo di 90 anni, ospite della struttura da poco tempo.

“Era tutta la settimana che trovavo mio suocero legato al letto quando andavo a vistarlo. Quel mattino (il 21 marzo n.d.r) lui mi disse: ‘Ti prego portami via da qui. Portami via e chiama i carabinieri”, racconta la dottoressa Rusz. “Andai la prima volta a visitarlo in quanto suo medico curante il secondo giorno che era ricoverato. Era legato. Mi dissero che era stato ordinato dal medico della struttura. Era mattino inoltrato: Angelo non lo avevano neanche pulito. Era lì che aspettava il suo turno”.

Nei giorni successivi l’anziano ha ricevuto lo stesso inumano trattamento: legato e non accudito. “Una volta mi risposero che non avendo potuto cambiarlo e lavarlo non potevano metterlo sulla sedia a rotelle perché l’avrebbe sporcata – racconta ancora la nuora -. Ma come si fa a tenere una persona nelle sue deiezioni? Mio suocero, ogni giorno l’ho lavato io”.

La struttura è stata denunciata dalla famiglia di Angelo.