ELOGIO ALL’UNICO IN UN MONDO DI REPLICANTI

Di LIDANO GRASSUCCI

“Io non mi considero qualcosa di particolare: io mi considero unico”.

Max Stirner

Perché, perché tendiamo a prendere in mano le farfalle condannandole a morire. Perché pensiamo che il pensiero sia prigioniero delle nostre buone intenzioni che pensiamo sempre da esportazione. Perché abbiamo inventato quel dato folle di essere proprietari delle zolle.

Perché nel giardino non abbiamo il coraggio di ammirare i fiori ma coltiviamo le siepi a separare i colori.

Perché uccidiamo il pensiero diverso in nome del bene comune che coincide ogni volta col volere nostro.

Perché i buoni sono cos’ buoni che…

Il Signore si dice Padre ma ha fatto morire il figlio e poteva salvarlo.

Il buono ha sempre paura di sporcarsi con l’errore anche se è errore umano e fa cattiva sorte di Caino, e un Caino non muore meno di Abele.

Siamo amanti di libertà nostre che vogliamo far diventare testi di educazione contro le libertà degli altri.

Grido forte perché non mi sentiate, ho tempo perso in tempo dato. Non dico mai nulla a nessuno ma non per indifferenza perché quel nessuno è solo qualcuno diverso da me che ha nel suo diverso il suo “utile” per me. Cerchiamo replicanti quando abbiamo fame di unicità.

E’ passato il tempo, io ne ho abusato, ora contemplo l’amore che hanno le api per i fiori che è armonia e non strappo.

Siamo degli altri nella nostra assoluta irripetibilità.

Siamo io verso altre identità e nessuna identicità.
Fattoalatina