GIUSEPPE PANNONE
Dopo un passo in avanti, un passo indietro.
Davvero non capisco.
Si invitano le persone a sottoporsi al vaccino, si fanno le prenotazioni, viene somministrata la prima dose fissando il richiamo secondo un preciso disciplinare stabilito con un criterio scientifico. I cittadini organizzano i propri impegni, lavorativi o meno, in base a quanto viene loro comunicato.
D’improvviso si cambia, si spostano d’imperio le date, si modifica il disciplinare, vien detto che non ci sono problemi di efficacia, ma le case produttrici prendono le distanze declinando responsabilità. Insomma sembra che si faccia di tutto per minare la fiducia dei Cittadini!
L’effetto è paradossale, perché il nuovo disciplinare imposto da un giorno all’altro, non tiene conto di chi aveva già iniziato il percorso terapeutico e, soprattutto, colpisce le persone più fragili, perché accade che chi doveva essere vaccinato prima (persone anziane o portatrici di particolari patologie) viene “scavalcato” nelle priorità.
Così si confonde: il vero obiettivo? Dimostrare di aver fatto più vaccini possibili? Far ripartire le attività commerciali? Certo, condivido.
Ma prima viene la salute di tutti, la ripresa di fiducia collettiva.
Cascano le braccia, anche perché non penso si possa ricambiare tutto, ne azioni individuali o collettive potranno avere concrete soluzioni (i posti liberati dai rinvii probabilmente sono già stati riprenotati).
Ma almeno poter esprimere il proprio sconcerto con una Lettera di richiamo al Presidente del Consiglio Draghi e al Commissario straordinario per l’Emergenza Figliuolo, questo non lo si può negare!