DI ANGELA AMENDOLA
“Amare è solo ed effettivamente prendersi cura di un altro essere, sollevandolo da tutto, stargli accanto, ma senza evitargli le indispensabili tappe nel dolore, senza il quale è impossibile risvegliarsi“…
Il 23 marzo 1945 nasceva a Jonia, in provincia di Catania, un grande maestro, un compositore capace di toccare le corde dell’animo: Franco Battiato.
Per omaggiarlo e ricordarlo non posso non ricordarlo con una delle canzoni più belle: “La cura“. Le interpretazioni di questo brano sono in realtà diverse, è considerata dai più una canzone d’amore, secondo altri è una canzone sull’abbandono e sulla assenza di una persona della quale non si può più fare a meno.
In realtà questo brano, come altre opere di Franco Battiato, probabilmente vuole essere una sorta di mantra, una preghiera-meditazione sulla essenza dell’amore come cura e “accompagnamento” di un’altra persona lungo una strada che è spesso, anzi quasi sempre, incidentata e fatta anche di dolore e di abbandono per cause esterne ma a volte per cause interiori e che solo da dentro posso essere risolte.
Amore inteso nel significato più ampio, non necessariamente quello tra uomo e donna, ma tra “esseri” che sono uniti comunque dalla forza di un legame come quello tra padre e figlio o, secondo un’altra interpretazione molto affascinante, tra Dio o qualunque essere superiore a noi comuni mortali con i nostri difetti e le nostre fragilità.
Alcune interpretazioni vanno anche oltre, individuano il soggetto cui è dedicato il testo nello stesso Battiato che dipinge con pennellate poetiche e delicate la sua visione misantropica della vita dedicata, i giudizi della gente, di conoscere forse l’assoluto. Ma c’è un’interpretazione che più delle altre mi ha affascinato.
Si tratta di una lettura personale compiuta da Fabrizio Sebastiani che interpreta il brano come un preghiera, al contrario.
Non dell’uomo verso Dio, ma di Dio che si rivolge all’uomo, alla sua creatura cui dedica parole di rassicurazione, di cura ma in senso non materiale piuttosto spirituale. Lui che conosce le leggi del mondo e che può farne dono.
L’arte, che sia un quadro o la musica, è qualcosa che si apre all’interpretazione di chi osserva o di chi ascolta che magari si allontana, e di tanto, rispetto a quella più autentica in quanto propria dell’autore.
La poesia e la letteratura, come ha affermato Sartre, “vivono grazie a chi le legge e chi attribuisce loro un significato”.
E ognuno interpreta a suo modo anche un testo musicale , in base a quello che sente, a quello che sa, alla sua esperienza di vita.
È il caso del brano “La cura” di Franco Battiato, è emblematico.
“Perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…”.
È una frase tratta dalla poesia in canzone di Franco Battiato “La Cura”.
E pare vada proprio dritta al cuore, perché muove sentimenti, emozioni, aspettative.
Il brano dell’artista siciliano, autentico madrigale del terzo millennio, non è soltanto un inno all’amore magnifico e senza tempo ma è l’immagine stessa della mano tesa verso l’altro nell’atto stesso di annullarne cadute e temporali fragilità.
Si rivolge a un “tu” indefinito, al quale promette di dedicare la propria vita. La proteggerà dalle “paure delle ipocondrie“, dagli ostacoli della vita, dalle ingiustizie, dalle cadute e dalle ossessioni.
Si prenderà cura di lei, aiutandola a fronteggiare i pericoli che vengono dall’esterno e le inquietudini che vengono invece dall’interno, più pericolose delle armi.
Un tale desiderio di aiutare l’altra persona avrà effetti potenti in chi ha tali aspirazioni, perché lo renderà capace di superare i propri limiti: “supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare“. Sì, perché “più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare“.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te
Vagavo per i campi del Tennessee
Come vi ero arrivato, chissà
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
Attraversano il mare
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza
I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi
La bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
Ti salverò da ogni malinconia
Perché sei un essere speciale
Ed io avrò cura di te
Io sì, che avrò cura di te…
“Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare….”