DI LEONARDO CECCHI
L’anno scorso aveva lasciato Forza Italia in feroce polemica. Il partito gli aveva negato un diritto sacrosanto: mettere in lista la cognata per le regionali. Franco Landella, sindaco di Foggia, non ha accettato quell’insulto ed è così passato alla Lega, che l’ha accolto a braccia aperte.
Oggi è stato arrestato ed è ai domiciliari assieme alla moglie e altri due consiglieri comunali di destra, più un imprenditore. L’accusa è corruzione e tentata concussione.
Come sempre, la giustizia farà il suo corso, non c’è dubbio. Garantisti fino all’ultimo. Ma rimane, anche qui come sempre, un grande interrogativo sul come la destra di oggi scelga la classe dirigente. Attraverso quali filtri, seguendo quali schemi. Perché se è vero che nessun partito è esente da problemi del genere, è altrettanto vero che nei partiti di destra questi episodi siano ormai diventati consuetudine, delineando quello che sembra ormai un tratto culturale.
E lo dicono i numeri, non le parole.